COLLEZIONE “DELITTO e ORNAMENTO” di ALBERTO TOSO
Vienna, 1911: giungono a termine i lavori di costruzione della controversa Looshaus dell’architetto austriaco Adolf Loos, presto manifesto di quella corrente che relegherà l’ornamento e i passatismi ottocenteschi a un crimine anacronistico, documentato anche nel saggio “Ornamento e Delitto” (1910) dell’autore dell’edificio.
La collezione autunno/inverno 2025/2026 di Balmain ha origine dal concetto più intrinseco all’identità della firma, ovvero il Jolie Madame, sviluppato in due linguaggi opposti in un progetto che ricontestualizza la filosofia loosiana nella contemporaneità.
L’oggetto di studio di Delitto e Ornamento è l’uniforme da ufficio: da una parte disciolta, manipolata e inserita in una realtà piccolo borghese che vede un abbigliamento conservatore fatto di sobrietà e discrezione; dall’altra occasione di rivendicazione dell’ornamento come strumento di auto affermazione individuale e rifiuto di una monotonia etica ed estetica che pone alla persona l’unico obiettivo della produttività.
Nella collezione l’ornamento non solo non è più un crimine motivo di vergogna, ma diventa opportunità di riscoperta delle proprie radici e della propria identità. L’elemento decorativo è estrapolato da un’altra realtà architettonica europea contemporanea del periodo di Loos, ovvero Casa Campanini a Milano, edificio Art Nouveau che conferisce agli abiti della seconda metà della collezione il giusto compromesso tra ornamento e leggerezza ricercato anche a inizio Novecento.