Arianna Bertoglio: pensieri e parole della nostra studentessa che dopo aver conseguito il Diploma in Fashion Design approda da Dsquared2 dopo l’esperienza da Pinko nell’ufficio stile.
Arianna, ex studentessa dell’Istituto di moda Burgo, caparbia e talentuosa, in un’intervista speciale dove racconta sé stessa, il suo percorso di studi e la sua esperienza nel mondo del lavoro.
1. Ciao Arianna raccontaci di te e della tua professione.
“Sono sempre stata una persona molto curiosa e molto interessata a più aspetti del mondo della moda come per esempio i processi sartoriali e di sviluppo di un capo.Per questa professione bisogna avere una mente molto aperta, una spiccata curiosità e voglia di conoscere, partendo dalle usanze del passato e dalla ricerca di materiali e tessuti; Da PINKO ho potuto dare libero sfogo alla mia curiosità e passione, occupandomi non soltanto della parte di design e progettazione, ma anche della ricerca dei materiali e fornitori, impegnando i vari accessori e minuterie necessari e seguendo tutto l’intero sviluppo della collezione sino ad arrivare al capo finito”
2. Raccontaci della tua esperienza lavorativa e del tuo lavoro da Pinko.
“Da PINKO ho avuto l’opportunità di ricoprire una figura ibrida: mi sono occupata della parte di disegno e illustrazione, rendering e stampe di tessuto oltre che grafiche e studio di patch e ricami relativi alle collezioni; ho partecipato ai meeting di progettazione stile e avanzamento collezione con i consulenti e la direzione creativa.
Il mio lavoro non finiva qui: mi sono occupavo, una volta definito il design del prodotto, di ricercare il fornitore giusto che stesse dentro al target prezzo e al timing richiesto, su Italia, Cina o India, per la realizzazione del campionario e della conseguente produzione.
Una volta ricevuti i capi in essere, mi occupavo della supervisione e della qualità decise in fase di progettazione, concludendo poi con il fitting insieme al team, dove si decidono le modifiche da attuare per la produzione”
3. Come hai affrontato il mondo del lavoro dopo la fine del percorso all’ Istituto di moda Burgo?
“Il mondo del lavoro ho iniziato ad affrontarlo durante il percorso all’Istituto Burgo per pagarmi gli studi, mi sono sempre buttata in molte occasioni accettando di lavorare parallelamente allo studio, questo sicuramente mi ha aiutata a restare sempre aggiornata ed in allenamento;Ho imparato che la passione per questo lavoro dev’essere un’attitudine, bisogna essere disposti a fare sacrifici e compromessi, infatti ho preso decisioni discutibili sulla lontananza dei posti di lavoro da casa, ma ad oggi sono soddisfatta perché tutte queste esperienze fatte mi hanno portata ad oggi a firmare un contratto indeterminato con la Dsquared2 a Milano”
4. Come gestisci la pressione e le aspettative nel mondo della moda?
“La pressione è una cosa che ho imparato a gestire con il tempo, sono una persona molto ansiosa e tenendo tanto al mio lavoro, che mi appassiona, pretendo sempre tanto da me stessa. Voglio sempre essere perfezionista sui dettagli e questo mi fa sempre restare attenta e lucida, reagendo anche molto bene allo stress e alle sfide”
5. Quali sfide incontri durante il processo creativo e come le affronti?
“Nel processo creativo si affrontano sfide ogni giorno: arrivi al lavoro e non sai mai cosa ti aspetta e soprattutto quante cose cambiano dal giorno prima rispetto alle collezioni;I colori, le linee o i modelli continuano a variare o a modificarsi fino alla data di presentazione e spesso vuol dire essere flessibili mentalmente e non “buttare” il lavoro fatto ma, modificarlo giorno per giorno, basandosi sulle nuove decisioni o nozioni che arrivano dalla direzione creativa.Serve molta pazienza e leggerezza, mai perdersi d’animo ridimensionando la situazione a quello che è realmente, tutto è rimediabile soprattutto con il lavoro di squadra che è fondamentale”.
6. Qualche consiglio da dare a chi intende iniziare il tuo stesso percorso professionale?
“Il primo consiglio che mi sento di dare è di capire prima di tutto cosa vogliamo veramente da noi stessi, dimenticandoci che il mondo del lavoro rispetto a quello che viviamo in accademia, è molto più duro e bisogna essere molto testardi, motivati, appassionati, curiosi, instancabili, determinati, altrimenti non riusciamo a stare al passo e fare della nostra passione un lavoro.Il secondo consiglio è quello di interessarsi a tutti i procedimenti che richiede la creazione di una collezione, perché per avere una mente che progetta nel modo giusto, devi anche conoscere come ottenerla”